Programma

FERRUCCIO BUSONI
(Empoli, 1/4/1866 – Berlino, 27/7/1924)

Missa in honorem Beatae Mariae Virginis (Graz, 1880)
per coro a 6 voci a cappella op. 51 (Kind. 169)
Kyrie – Gloria – Credo – Sanctus – Benedictus – Agnus Dei

Organico: voci soliste (soprano, contralto, tenore, basso),
coro a 6 parti (soprani I, soprani II, contralti, tenori, bassi I, bassi II)

Ave Maria (Vienna, 20 giugno 1878)
Antifona“per Canto con accompagnamento di Quartetto ad arco”op. 1 (Kind. 67a) – trascrizione e revisione critica della copia manoscritta originale di Giuliano Tonini

Organico: soprano, quintetto d’archi

Salve Regina (Gmunden, 9 ottobre 1877)
Antifona per mezzosoprano e quartetto d’archi op. 4 (Kind. 68a)
trascrizione e revisione critica della copia manoscritta originale di Giuliano Tonini

Organico: mezzosoprano, quartetto d’archi

Stabat Mater (Oberlahnhof, agosto 1879)
per coro misto a sei voci (soprano I e II, contralto, tenore, basso I e II)
e quintetto d’archi op. 55 (Kind. 119)
Stabat Mater – Quis est homo – Pro peccatis suae gentis – Sancta Mater
Virgo Virginum – Inflammatus – Quando corpus morietur
trascrizione e revisione critica della copia manoscritta originale di Giuliano Tonini

Organico: voci soliste (soprano, contralto, tenore, basso),
coro a 6 parti (soprani I, soprani II, contralti, tenori, bassi I, bassi II),
quintetto d’archi

Organico

Solisti e direttore (da sinistra): Dania Tosi, soprano – Isabella Pisoni, soprano – Matteo Amadori, basso – Sandro Miori, tenore – Nina Cuk, contralto – Sebastiano Caserotti, basso – Sandro Filippi, direttoreQuintetto d’archi (da sinistra): Giada Broz, viola – Antonio Casagrande, contrabbasso – Matteo Bovo, violino II – Barbara Broz, violino I – Klaus Broz, violoncello
CORO FILARMONICO TRENTINO

Soprani primi

Camilla Endrizzi, Rossella Filippi, Isabella Pisoni, Monica Schmidt e Consuelo Serraino

Soprani secondi

Angela Chiocchetti, Elena Di Marino, Clara Lanzinger, Mirella Longo, Elisabetta Pisani, Annachiara Piubello, Giulia Riz e Dania Tosi

Contraliti

Francesca Bianchetti, Sara Cristofolini, Nina Cuk, Gabriella Di Gregorio, Alessia Dughera, Cristina Furlani, Alessandra Gadotti, Anna Maria Guderzo e Doris Zemmer

Tenori primi

Roberto Catania, Fausto Ceschi, Maurizio Decarli, Roberto Mattevi, Maciej Michno, Sandro Miori, Fabrizio Trenti e Kajetan Trost

Bassi primi

Matteo Amadori, Diego Filippi, Ervino Gonzo, Daniele Gretter, Massimo Tartarotti

Bassi secondi

Sebastiano Caserotti, Roberto Dell’Eva, Luigi Deromedis, Elia Giacomolli, Giorgio Pisetta e Domenico Tomasi

Sandro Filippi, direttore

Note al programma di Giuliano Tonini

“Durante il mio anno di studio a Graz (con Mayer) frequentai il seminario, in cui veniva insegnata anche musica sacra. Scrissi allora una Messa a cappella a sei voci”, ricorda Busoni nella lettera a Hugo Leichtentritt datata 12/13 novembre 1915. La Missa composita da Ferruccio B.B. Domo Em- poliae in Toscana a. D. MDCCCLXXX in urbe Graisci fu portata a termine nel novembre del 1880, forse in vista di una sua esecuzione l’8 dicembre, festività di Maria Immacolata.

L’Ave Maria op. 1 (Kind. 67) per voce e pianoforte 7, pubblicata da August Cranz nel 1878 con dedica «al celebre Tenore / Cav. Angelo Masini [1844–1926]», fu trascritta da Busoni “per Canto con ac- compagnamento di Quartetto ad arco” il 20 giugno 1878 durante il suo soggiorno viennese. In partitura è annotata anche una parte di contrabbasso. Busoni all’inizio del 1879 donò questa partitura, in segno di riconoscenza per l’accoglienza che gli era stata riservata, alla città trentina di Arco, una delle tappe del lungo tour concertistico trentino-sudtirolese intrapreso nell’inverno 1878/1879 dal non ancora tredicenne musicista assieme ai genitori, il clarinettista Ferdinando e la pianista Anna Weiss. L’introduzione strumentale, una dolce berceuse, ritorna anche al termine fugando l’ombra della morte e ripristinando la luminosità del modo maggiore dopo l’ ‘oscuramento’ modale al versetto “ora pro nobis peccatoribus”.

L’Antifona Salve Regina op. 4 (Kind. 68) per mezzosoprano e pianoforte 8 dell’ottobre 1877 termina con i versetti «Dignare me laudare te, Virgo sacrata» attribuiti a Duns Scoto (1266–1308). Dello stesso brano Busoni approntò una versione per voce e quartetto d’archi. L’introduzione strumentale, una “maestosa” sequenza di quattro accordi in fortissimo e poi in pianissimo, ritorna all’ “Amen” conclusivo. «Noi restiamo ancora qualche giorno di più alla campagna per Ferruccio – scrive il 30 settembre 1879 Ferdinando Busoni all’amico e sostenitore del talento di Ferruccio, il trentino Barone Giovanni a Prato (1878-1881) – tanto più che questi intende produrre un suo ultimo lavoro qui in Cilli [Stiria], del quale Egli ha già fatto la quarta prova con i cantanti. Lo Stabat Mater è uno dei suoi grandi lavori che qui compose e che già riceve seralmente successo colle sole prove. La composizione difficile costringe i cantanti a faticare un poco più del solito; ma quello che interessa, è di vedere Ferruccio come un vecchio maestro che dirige il suo lavoro». Dello Stabat Mater 9, il cui manoscritto autografo è conservato nella Biblioteca Jagellonica di Cracovia, Busoni approntò due versioni, una per voci e organo ed una per voci e quintetto d’archi, che divergono nella tonalità di alcune sezioni.

Giuliano Tonini

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